Il gruppo “Le Storie Sbagliate” nasce nel 2019 a Torino e sin da subito porta avanti uno spettacolo dove fonde le più belle canzoni di Fabrizio De André a poesia, video e contenuti speciali, sia nei teatri che nei locali.
Nel 2022 pubblica il cofanetto CD+DVD “Tra il Dire e il Faber”. Nel CD audio sono presenti alcuni dei brani nel repertorio della band, con arrangiamenti molto eterogenei (inediti, ispirati alle versioni originali o a quelle con la Premiata Forneria Marconi) insieme a brani recitati dal celebre attore e doppiatore torinese Mario Brusa; nel DVD ci sono contenuti extra (come backstage o interviste ai membri del gruppo), e video in cui le canzoni e le letture sono accompagnate da riprese di coreografie nei più significativi luoghi di Torino o di paesaggi dei più suggestivi borghi di Genova.
Abbiamo registrato il nostro primo disco al Red Room Studio di Nodica Pisa dal 23 Marzo al 28 Marzo 2019.
Il disco è immaginato come un viaggio ,una circonferenza che parte dall’Africa attraversa i caraibi ed il sudamerica e ritorna in Africa.
Nelle circonferenze non esiste un punto di partenza quello che c’è in un punto dipende dai punti precedenti ed influenza quelli che vengono dopo.
Ogni punto contiene i precedenti ed i successivi. E’ possibile partire da qualsiasi punto e tornare sempre a casa e dopo il viaggio rivedere il punto di partenza con occhi diversi, quello che sembra uguale diventa diverso al termine di un viaggio, come per le 32 variazioni Goldberg di Bach, l’aria iniziale è uguale alla finale ma dopo il viaggio appare diversa.
Il disco rappresenta quindi una metafora della vita, vivere significa migrare, queste canzoni e questo viaggio raccontano che ogni identità è una relazione, la musica intesa come vettore della diversità e dell’integrazione culturale. Un tema attuale, a cui la musica e la cultura dell’integrazione possono e devono dare una risposta.
Stiamo vivendo un periodo pieno di rifiuto della diversità che viene vista come una minaccia e non come un’opportunità.
I musicisti sanno benissimo che il loro DNA musicale non ha nazione, non ha confini, spazia dalla musica classica Europea, al rock americano, alle ritmiche orientali così affascinanti, fino al richiamo universale dell’Africa.
Non ci sono razze, colori e religioni nella musica, non esistono dialetti ma solo un bellissimo linguaggio universale. Ed in questo senso il progetto si arricchisce anche di un valore etico, di condivisione della bellezza della diversità, testimonianza dei valori che una miscela culturale guidata dall’accoglienza può creare.
Il progetto e il disco sono nati, come tutte le cose, un pezzo alla volta, durante i nostri concerti. Ci è sembrato quasi ovvio cercare di mettere un punto fermo nella nostra collaborazione per fermare su un disco questa nostra intesa musicale così forte ed iniziare a mettere le basi per un percorso che vogliamo far continuare dopo questo disco.
Le illustrazioni sono di Margherita Silvestri ed il progetto grafico di Roberto Biancucci, la loro sensibilità è entrata in immediata sintonia con la nostra musica, e i mondi grafici disegnati da Margherita e digitalizzati da Roberto sono diventati parte integrante del viaggio.
Gli Stackatown nascono a La Spezia alla fine del 2016 e sono inizialmente composti da Tommaso D’Ippolito (batteria), suo cugino Andrea Lungoti (chitarra) e Michele Lai (basso). I tre musicisti sono l’unione di esperienze e gusti musicali eterogenei, che spaziano dal rock classico al folk cantautoriale all’hip hop, ma presto trovano punti d’incontro principalmente orientati sul funk anni ‘70/’80.
Affascinati ed incuriositi dalle potenzialità del percorso da loro intrapreso, coinvolgono Sefora Amendola (voce) che arricchisce il mix con un’energica dose di sonorità soul/R&B. I quattro, sperimentando sulle prime cover, gettano le basi del sound degli Stackatown.
La formazione viene completata poco dopo con l’arrivo di Giovanni Gabrielli (tastiere), vecchio amico di Michele e Tommaso, anch’esso proveniente da esperienze musicali completamente diverse: nonostante il background rock progressivo, alternativo ed elettronico, infatti, arricchisce fin da subito il sound degli Stackatown con un ampio ventaglio di suoni tipicamente funk quali piani elettrici, organi e fiati, senza però rinunciare, quando serve, a suoni sintetici ricercati.
Da questi presupposti nasce il repertorio degli Stackatown, che inizialmente è basato su cover di artisti storici come Stevie Wonder, Kool & The Gang e Pino Daniele, fino ad arrivare ad artisti più moderni come Jamiroquai e Bruno Mars. Nell’ultimo anno il repertorio si è ampliato con i primi brani originali: le musiche e gli arrangiamenti, seppur di influenza chiaramente funk/soul, lasciano sempre spazio al gusto e alle influenze dei componenti, mentre i testi, principalmente in lingua inglese, raccontano l’entusiasmo del gruppo e mirano a trasmetterlo al pubblico.
Nel giugno 2018 gli Stackatown pubblicano sulle piattaforme di streaming e digital stores il primo singolo Freaky Meeting, contenente i due primi brani inediti interamente autoprodotti. Oltre alle attività live che li hanno visti su vari palchi della Liguria e della Toscana, attualmente gli Stackatown sono alle prese con la produzione e registrazione del primo EP di brani inediti, anch’esso interamente autoprodotto, in uscita nei prossimi mesi e che presenteranno nelle esibizioni dal vivo in programma per la prossima stagione.
Cd album confezionato in digipack a 2 ante, plastificato lucido.
Bobèt, rapper udinese classe 1987, inizia a muovere i primi passi nell’hip-hop dall’adolescenza in compagnia di Joe Peltrini. Porta sempre attenzione nello sviluppo delle sue conoscenze musicali e nell’interazione con gran parte della scena rap di Udine e zone limitrofe.
“Instabile” nel 2011 e “Fuori dal mondo” nel 2014 sono i sui primi album da solista totalmente autoprodotti sia nei testi che nei beats. Queste esperienze gli permettono di affinare la tecnica portandolo ad acquisire un livello superiore di consapevolezza e maturità .
L’incontro con il producer Kappah traccia una linea con il passato, permettendogli di dedicarsi solo alla scrittura, alla ricerca introspettiva e allo studio di nuove sonorità. Nel 2015 esce il video di “Visioni” che anticipa l’uscita dell’EP “Lucie&Ombre” sotto l’ala dell’etichetta Hhabitat Records che si è occupata della distribuzione e promozione del disco. Interamente prodotto da Kappah e registrato nello studio di Bobèt, “GhedohouseStudio”, questo progetto ha trovato riscontri positivi tra gli “addetti ai lavori” della scena rap portando Bobèt a instaurare nuove connessioni che gli hanno permesso di lavorare in maniera professionale alla realizzazione di un nuovo album.
Spinto dalla necessità di un’evoluzione musicale, ma allo stesso tempo dalla voglia di mantenere inalterati i valori di quel sound che finora gli ha permesso di esprimersi, inizia un percorso che lo porta alla scrittura delle liriche che compongono “L’Alba Nuova” . Questo disco arriva dopo due anni di silenzio in cui affronta una ricerca interiore carica di contrasti emotivi e ostacoli da superare, riflettendosi, in un processo naturale, nei testi che risultano essere molto introspettivi.
I SuRealistas hanno registrato a Jambona Lab il loro primo disco in ottetto, con l’idea di far rivivere in studio la stessa energia dei loro ultimi concerti: il risultato è Canta, un disco di undici tracce, esatta fotografia degli ultimi due anni di una band che ha messo insieme otto personalità fortissime e dato voce a estetiche e stati d’animo solo apparentemente inconciliabili.
CD Confezionato in elegante digipack a 2 ante plastificato lucido.
The SuRealistas recorded their first album in Jambona Lab, with the idea of reviving the same energy in their last concerts in the studio: the result is Canta, a record of eleven tracks, exact photo of the last two years of a band that has put together eight very strong personalities and given voice to aesthetics and moods only apparently irreconcilable.
CD Packaged in elegant glossy plastic 2-panels digipack.