«“BACK TO THE ROOTS” è il disco del ritorno; ritorno alle radici, ritorno alle origini, con il nuovo bagaglio delle esperienze musicali e personali accumulate negli ultimi anni – Spiega Luca Burgalassi – Ritorno in Italia, in Toscana, alle famiglia, alla terra dell’infanzia, ai vecchi amici, alla ricerca dell’io originale».
Un “bagaglio” variegato di sonorità, stili, generi musicali e memorie di vita sospese tra le due sponde dell’oceano è il contenuto di “Back To The Roots”; un disco introspettivo ed emotivamente denso, in cui confluiscono le ispirazioni del blues, del rock, del country e del folk.
In un susseguirsi di atmosfere fluttuanti, che spaziano dall’angoscia della solitudine alla serenità ritrovata, ci si imbatte, nell’album, in brani cupi come “Black Tide”, la descrizione di un incubo in cui il luogo in cui ti trovi si rivela improvvisamente ostile e straniero e non ricordi dove sia la tua casa; “The River”, che racconta il desiderio di fuga e la volontà di cancellare il passato; “The Blues Still Call Your Name”, in cui emerge il dolore del distacco e della partenza. Prevalgono, all’opposto, la positività, la spinta verso la “luce” e la fiducia nel futuro nella title track “Back to The Roots” e in brani come “New Dawn”, “Always On” e “Beautiful Life”. Il disco contiene inoltre intense ballad acustiche come “Finding Love Again” e “Staring At The Moon”, che vede il cantautore duettare con il conterraneo Matteo Becucci.
L’intero album, fatta eccezione per “The Blues And Me”, guidata dal pianoforte di Francesco Menici, si basa sugli intrecci delle chitarre acustiche suonate da Luca Burgalassi. Queste, sostenute dalla sezione ritmica costituita da Filippo Todaro alla batteria e Giacomo Bertaccini al basso, fanno da substrato e struttura portante delle canzoni, sulle quali si inseriscono i vari strumenti solisti (con la partecipazione di alcuni ospiti) come le chitarre elettriche (Franco Ceccanti e Jason Cale), il violino (Francesco Carmignani), l’armonica (Rob Oliver e Bobby BlackHat), la lap steel, il dobro, il mandolino e il banjo.