“Rootsafari” è l’esordio di HookaH & The Trenchtown Train, prodotto dal maestro del dub Paolo Baldini. Un ep che arriva da lontano, perché i componenti del progetto sono presenti da tempo sulle scene in altre vesti. Un lavoro che ha due ispirazioni fondamentali, due generi diversi che tuttavia condividono il legame con la natura e il forte senso di spiritualità, e che si fondono in queste cinque canzoni con una forte attenzione ai contenuti e ai testi.
Le radici di “Rootsafari” crescono per metà nel terreno fertile e meticcio del reggae, nelle melodie che raccontano la forma più istintiva della libertà, il distacco dalla realtà e al contempo la ricerca di un’espressione autentica di se stessi. L’altra metà affonda nella sabbia della surf music, illuminata dai tramonti sulla spiaggia e legata al mare da un rapporto di simbiosi, da un contatto diretto e profondo con la terra e, ancora una volta, dal senso di libertà trasmesso dal cavalcare le onde.
Surf e reggae, nonostante provengano da storie e culture differenti almeno quanto le figure ritmiche che usano, fanno vibrare le stesse corde emotive e arrivano, pur con parole diverse, a parlare all’anima in maniera simile. In “RootSafari” si mescolano ritmi in levare, armonizzazioni vocali, sonorità riverberate e atmosfere da crepuscolo estivo. I contenuti sono la fotografia di una presa di coscienza, influenzata dalle vicissitudini lavorative e personali, dal confronto con la società, dalle vittorie e le sconfitte, e dai cambi di prospettiva e priorità maturati dalla somma di tutte queste esperienze.